Le luce della luna faceva apparire strane fantasmagorie in quella stanza e le ombre degli oggetti danzavano, tremule e instabili. La luce della lampada ad olio stava piano piano estinguendosi tra gli ultimi singulti.
Era molto tardi, forse era la quarta ora dopo la mezzanotte, detta anche la mala-hora, ma la notte era ancora troppo lunga per lui.
Erano già un paio di settimane che Marco Giunio Bruto era tornato a Roma e sembrava che il conforto balsamico del sonno gli fosse precluso per sempre.
Quella notte era solo l'ultima di una serie che sembrava interminabile, che lui passava con gli occhi sbarrati e con lo stomaco in subbugli